Una vita difficile
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Una vita difficile è un film del 1961 diretto da Dino Risi.
Il film è stato inserito fra i 100 film italiani da salvare[1].
Indice |
Trama
Durante la seconda guerra mondiale il romano Silvio Magnozzi, dopo aver combattuto nei pressi del lago di Como prima dell'armistizio dell'8 settembre, si unisce ai gruppi partigiani locali. Cercando un rifugio in un albergo, Silvio viene scoperto da un tedesco che intende fucilarlo sul posto ma Elena, la figlia della proprietaria dell'albergo, gli salva la vita uccidendo il tedesco con un ferro da stiro e, inoltre, indica al partigiano un luogo sicuro dove dormire e ripararsi dalle rappresaglie tedesche, un mulino abbandonato.
Silvio, pur essendo fermo sulle sue idee, non ha il coraggio di riunirsi ai partigiani e per alcuni mesi lui ed Elena vivono da amanti nel mulino. Dopo la liberazione, Silvio torna a Roma dove trova un modesto impiego come giornalista e solo dopo un certo tempo si reca nuovamente in Lombardia, con l'intento di rivedere Elena. La donna, inizialmente offesa, accetta di seguirlo a Roma per iniziare una convivenza, sia pure in condizioni di ristrettezze economiche...
Sequenze celebri
Alcune sequenze sono tra le più famose della storia del cinema italiano: la cena in una famiglia di monarchici, durante la proclamazione della vittoria referendaria della repubblica; l'esame universitario dal quale Magnozzi si ritira, dopo aver tentato invano di impietosire la commissione; il protagonista che si rifugia nel night dell'amico Lagana, qui raggiunto dalla moglie, con la quale ha una discussione che sfocia nell'abbandono di lei e lui ubriaco si rivolge ad un pastore di passaggio con il suo gregge domandandogli: «Dimmi, pastore, tu sei felice?» e questi, riportando la cosa alle sue giuste proporzioni, risponde «Ma và a morì acciso, 'mbriaco»; a Viareggio mentre insegue la moglie e il suo nuovo compagno in un night, seguita dalla scena fuori copione in cui Sordi, ubriaco, sul lungomare, sputa sulle vetture degli automobilisti di passaggio. Tra i caratteristi spicca Renato Tagliani, allora all'apice del successo come presentatore di successo, che nel film rappresenta sé stesso.