Mario Pisu
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==Doppiatore== | ==Doppiatore== |
Versione delle 22:21, 21 apr 2013
(Mario Pisu doppia Lee J. Cobb nel film Fronte del porto, nel 1954 )
Mario Pisu (Montecchio Emilia, 21 maggio 1910 – Velletri, 17 luglio 1976) è stato un attore, regista e doppiatore italiano.
Scheda a cura di Gerardo Di Cola
Fratello maggiore di Raffaele, nasce a Montecchio Emilia il 21 maggio 1910. A 24 anni sposa l'attrice Lilli Trucchi dalla quale ha Silverio Pisu, futuro direttore di doppiaggio. Avviato alla carriera teatrale come attor giovane è il cinema a rivolgergli le maggiori attenzioni. Mario, tra il 1945 e il 1950 gira 11 film con i maggiori registi dell epoca. Dopo la guerra riprende l'attività cinematografica affiancando ad essa quella di doppiatore. A fine carriera avrà interpretato oltre 70 film e ne avrà doppiati 100 volte tanti. Con Federico Fellini gira i due film a lui più cari. 8 e 1/2 nella parte di Mario Mezzabotta e Giulietta degli spiriti in quella di Giorgio, il marito di Giulietta. Come doppiatore è la voce di Walter Pidgeon nella parte di Clenn ne La signora Miniver di William Wyler. Siamo all'inizio del 1946. In questo stesso anno presta la voce a Dana Andrews in Vertigine, a Tyrone Power ne La grande pioggia e a John Wayne ne La taverna dei sette peccati. Nel 1947 è George Sanders ne Il prigioniero di Amsterdam, Robert Preston ne Il fuorilegge, Joseph Cotten in Angoscia e ancora Dana Andrews in Alba fatale. L'anno seguente doppia Richard Conte in Chiamate Nord 777, Tim Holt ne Il tesoro della Sierra Madre, Ward Bond ne La vita è meravigliosa e ancora John Wayne ne Il massacro di Fort Apache di John Ford dove nel monologo finale sul destino degli umili con voce bassa per l'emozione, ma decisa, sottolinea ad un giornalista: «Lei si sbaglia. Nessuno li dimentica perché non sono morti. Essi vivono! Eccoli lì... Clingwood e gli altri continueranno a vivere finché vivrà il reggimento. La loro paga è di 30 dollari al mese e la razione di carne e gallette, ma mangeranno la biada dei cavalli se la campagna sarà lunga. Litigheranno per una bottiglia di pessimo Wiskylma poi si divideranno l'ultima goccia. I loro visi cambiano e anche i loro nomi, ma sono loro... sono il reggimento! Con le sue tradizioni ora come fra 50 anni. Nessun reggimento ha uomini migliori di questo, Turner lo ha forgiato! Il suo sacrificio non è stato inutile!». Pisu ha al suo fianco Gualtiero De Angelis che presta la voce a Henry Fonda nella parte del colonnello Thursday (nell'adattamento Turner), Giorgio Capecchi che la presta a George O'Brien (cap. Collingwood) e ancora Adolfo Geri a John Agar (ten. Michael O'Rourke), Miranda Bonansea a Shirley Temple (Philadelfia Thursday), Aldo Silvani a Ward Bond (S.M. O Rourke), Giovanna Scotto a Irene Rich (sig.ra O Rourke), Gaetano Verna a Victor Me Laglen (serg. Mulcany) e Alberto Sordi a Pedro Armendariz (serg. Beanfort). Nel 1949 doppia ancora Dana Andrews in Agguato sul fondo e Gregory Peck ne Il cucciolo.
Indice |
Il passaggio alla ARS e il ritorno alla CDC
Nel 1950 è Gilbert Roland in Malesia e Gig Young ne I tre moschettieri. Pisu doppia Raf Vallone (Saro ne Il cammino della speranza di Pietro Germi. È ancora la voce di Vallone (Andrea) nel 1951 in Anna di Alberto Lattuada. In questo stesso anno arriva dalla M.G.M. sul mercato italiano Addio, signora Miniver!, il seguito de La signora Miniver. Il doppiaggio è ancora affidato alla CDC che decide di chiamare ancora la Lattanzi per far parlare Greer Garson, ma sceglie Mario Ferrari, che nel frattempo è subentrato a Pisu, quale voce di Walter Pidgeon. Pisu, non gradendo la sostituzione, aderisce all'iniziativa di alcuni attori-doppiatori di uscire dalla CDC per fondare una nuova società, la ARS. Il suo distacco dalla cooperativa storica, però, è di breve durata anche per il diretto interessamento di alcuni colleghi del consiglio direttivo che, ritenendo un male per l'organizzazione la perdita di un professionista come Pisu, lo rassicurano per il futuro dell attività dopo l'eventuale rientro. Torna in CDC con Aldo Silvani e Olinto Cristina, anch'essi delusi dall'esperienza in ARS. Siamo nell'estate del 1953. Il consiglio direttivo della CDC gli affida nuovamente di doppiare Pidgeon, anche perché Ferrari, anch'egli un fuoriuscito, non è rientrato in cooperativa. Mario torna a doppiare l'attore canadese ne La sposa sognata e ne Il bruto e la bella. Ma un segnale fortemente positivo per Mario arriva quando il consiglio lo affianca a Lydia Simoneschi, che presta la voce a Bette Davis, per il doppiaggio nel film La diva di Sterling Hayden, attore sempre appannaggio di Emilio Cigoli.
Pisu ricomincia la sua attività di doppiatore con una nuova carica, mentre prosegue intensa quella cinematografica. Nel 1954 è la voce di John Williams ne il delitto perfetto di Fred Mac Murray ne L'ammutinamento del Caine di Victor Mature ne La tunica; di Gregg Palmer in Magnifica ossessione di Lee J. Cobb in Fronte del porto e ancora di Pidgeon ne La ninfa degli antipodi, La sete del potere e L'orfana senza sorriso sempre in coppia con Tina Lattanzi che doppia la Garson. Doppia Ward Bond in Un dollaro d'onore, Andy Griffifh in Un volto nella folla, Walter Coy in Sentieri selvaggi, Laurence Olivier ne Il principe e la ballerina con Rosetta Calavetta inimitabile voce di Marilyn Monroe. Gli anni '60 lo vedono spesso impegnato in TV. Tra i tanti lavoriI promessi sposi di Sandro Bolchi, I grandi camaleonti di Edmo Fenoglio con Giancarlo Sbragia, Tino Carraro, Regina Bianchi, Valentina Cortese, Valeria Moriconi, Raffaella Carrà e Roul Grassilli voce di Lou Castel ne I pugni in tasca; Il circolo Pickwick di Ugo Gregoretti con Leopoldo Trieste, Gigi Proietti, Zoe Incrocci, Wanda Osiris, Memmo Carotenuto e Dante Maggio.
Il grande impegno nel doppiaggio
Anche per l'attore Pisu scatta la legge del "doppiatore doppiato". Nel 1958 in Primo amore di Mario Camerini dove Mario interpreta la parte del dott. Lojacono, il padre di Andreina (Paola Quattrini) è Renato Turi a sostituirsi alla sua voce calda e intensa che ha fatto parlare tanti attori stranieri e anche italiani. Per esempio Mario è Roberto Villa alla sua prima esperienza cinematografica nel film Il grande appello sempre di Camerini, questa prestazione datata 1936 è probabilmente il primo doppiaggio di un attore italiano da parte di un connazionale. Doppia Mino Doro in Due settimane in un'altra città di Vincente Minnelli. Saro Urzì ne Il compagno Don Camillo, Don Camillo e l'onorevole Peppone, Don Camillo monsignore ma non troppo e Il ritorno di Don Camillo. L'attività di Pisu, che è sempre guidato da un alto senso della professionalità, non conosce soste. È Anthony Quinn ne I cannoni di Navarone, Karl Malden ne L'uomo di Alcatraz; Jack Hawkins in Lawrence d'Arabia; James Mason in Lord Jim; Aca Gravic nella parte del signor Alessi ne Le soldatesse di Valerio Zurlini, Lee Marvin in Cat Ballou; ancora Karl Malden in Patton, generale d'acciaio. Voce di Dio in I cavalieri della tavola rotonda, è spesso impegnato come narratore: in La conquista del West (1962, nell'originale è di Spencer Tracy), ne La terra trema di Luchino Visconti e ne I vinti di Antonioni. In CDC le voci narranti sono soprattutto quelle dei doppiatori, alcune volte sono impegnati Aldo Silvani e Giuseppe Rinaldi, in tante altre occasioni il narratore è Emilio Cigoli, ma l'attore che più di altri viene chiamato per le sue doti vocali e recitative è Gino Cervi, per esempio ne La città nuda.
Alto, di bella presenza ed elegante figura, è uno degli attori più stimati e quotati dapprima nel teatro e poi nel cinema, settori in cui debutta pressoché contemporaneamente pur non giungendo mai al ruolo di protagonista. Da "primo attor giovane" in teatro ad antagonista sullo schermo, Mario Pisu si costruisce una carriera di tutto rispetto recitando in teatro accanto ad attori del calibro della Maltagliati, della Pagnani o della Morelli e di Stoppa e Gino Cervi, quindi nel 1945 è chiamato da Visconti per recitare, con la sua dizione chiara e limpida, il prologo in Antigone di Jean Anouilh; viene riconfermato anni dopo per la prima rappresentazione in Italia di Morte di un commesso viaggiatore (1951) e, sempre con Visconti, in Zio Vanja (1955).
Doppiatore
Cinema
Film d'animazione / OAV
Film d'animazione / OAV
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Attore
Cinema
- Re burlone, regia di Enrico Guazzoni (1935)
- Passaporto rosso, regia di Guido Brignone (1935)
- L'aria del continente, regia di Gennaro Righelli (1935)
- Amazzoni bianche, regia di Gennaro Righelli (1936)
- Re di denari, regia di Enrico Guazzoni (1936)
- È tornato carnevale, regia di Raffaello Matarazzo (1937)
- L'ultima nemica, regia di Umberto Barbaro (1938)
- Crispino e la comare, regia di Vincenzo Sorelli (1938)
- Il suo destino, regia di Enrico Guazzoni (1938)
- La sposa dei Re, regia di Duilio Coletti (1938)
- Manovre d'amore, regia di Gennaro Righelli (1940)
- Cenerentola e il signor Bonaventura, regia di Sergio Tofano (1942)
- Noi vivi, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- Addio, Kira!, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- Il nostro prossimo, regia di Gherardo Gherardi e Aldo Rossi (1943)
- Lettere al sottotenente, regia di Goffredo Alessandrini (1943)
- La locandiera, regia di Luigi Chiarini (1944)
- Il ratto delle Sabine, regia di Mario Bonnard (1945)
- Il canto della vita, regia di Carmine Gallone (1945)
- Il marito povero, regia di Gaetano Amata (1946)
- Biraghin, regia di Carmine Gallone (1946)
- Mio figlio professore, regia di Renato Castellani (1946)
- Il vedovo allegro, regia di Mario Mattoli (1949)
- Margherita da Cortona, regia di Mario Bonnard (1950)
- Il diavolo in convento, regia di Nunzio Malasomma (1951)
- Io sono il Capataz, regia di Giorgio Simonelli (1951)
- le due verità, regia di Antonio Leonviola (1951)
- Il mago per forza, regia di Vittorio Metz e Marcello Marchesi (1951)
- Gli uomini non guardano il cielo, regia di Umberto Scarpelli (1952)
- Cinque poveri in automobile, regia di Mario Mattoli (1952)
- Dieci canzoni d'amore da salvare, regia di Flavio Calzavara (1953)
- Di qua, di là dal Piave, regia di Guido Leoni (1954)
- Totò all'inferno, regia di Camillo Mastrocinque (1955)
- Primo amore, regia di Mario Camerini (1959)
- Annibale, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1959)
- I cosacchi, regia di Giorgio Rivalta (1960)
- Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D'Amico (1961)
- Anni ruggenti, regia di Luigi Zampa (1962)
- Lo smemorato di Collegno, regia di Sergio Corbucci (1962)
- I motorizzati, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
- 8½, regia di Federico Fellini (1963)
- Totò sexy, regia di Mario Amendola (1963)
- Zorro e i tre moschettieri, regia di Luigi Capuano (1963)
- I compagni, regia di Mario Monicelli (1963)
- I diavoli di Spartivento, regia di Leopoldo Savona (1963)
- Soldati e caporali, regia di Mario Amendola (1964)
- Tre gendarmi a New York (Le Gendarme à New York), regia di Jean Girault (1965)
- Giulietta degli spiriti, regia di Federico Fellini (1965)
- I soldi, episodio La fortuna è femmina, regia di Gianni Puccini e Giorgio Cavedon (1965)
- La violenza e l'amore, episodio La solitudine, regia di Adimaro Sala (1965)
- Lo scippo, regia di Nando Cicero (1965)
- Io, io, io... e gli altri, regia di Alessandro Blasetti (1966)
- Come svaligiammo la Banca d'Italia, regia di Lucio Fulci (1966)
- Te lo leggo negli occhi, regia di Camillo Mastrocinque (1966)
- Spia spione, regia di Bruno Corbucci (1966)
- Adulterio all'italiana, regia di Pasquale Festa Campanile (1966)
- I nostri mariti, episodio Il marito di Olga, regia di Luigi Zampa (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
- OSS 117 a Tokio si muore (Atout coeur à Tokio pour OSS 117), regia di Michel Boisrond (1966)
- Avventurieri per una rivolta (Estouffade à la Caraibe), regia di Jacques Besnard (1967)
- Johnny Banco, regia di Yves Allégret (1967)
- Le calde notti di Lady Hamilton, regia di Christian-Jaque (1968)
- Morire gratis, regia di Sandro Franchina (1968)
- Temptation, regia di Lamberto Benvenuti (1968)
- L'amore è come il sole, regia di Carlo Lombardi (1969)
- Zingara, regia di Mariano Laurenti (1969)
- Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy (1971)
- Siamo tutti in libertà provvisoria, regia di Manlio Scarpelli (1971)
- Il boss, regia di Fernando Di Leo (1973)
- Il clan del quartiere latino (Sans sommation), regia di Bruno Gantillon (1973)
- Io e lui, regia di Luciano Salce (1973)
- Paolo il caldo, regia di Marco Vicario (1973)
- Carnalità, regia di Alfredo Rizzo (1974)
- Ordine firmato in bianco, regia di Gianni Manera (1974)
- Blue Jeans, regia di Mario Imperoli (1975)
- Conviene far bene l'amore, regia di Pasquale Festa Campanile (1975)
- L'infermiera, regia di Nello Rossati (1975)
- Gli amici di Nick Hezard, regia di Fernando Di Leo (1976)
- Sorbole, che romagnola!, regia di Alfredo Rizzo (1976)
Televisione
- I grandi camaleonti (1964), di Edmo Fenoglio
- L'ultima Boheme (1964), di Silverio Blasi
- I promessi sposi (1967), di Sandro Bolchi
- Breve gloria di mister Miffin (1967), di Anton Giulio Majano
- Il circolo Pickwick (1969), di Raffaele Meloni
- Eva la mela (1971), di Daniele D'Anza
- Partecipazione ad episodi delle serie TV Tutto Totò e Nero Wolfe
Collegamenti esterni
- Scheda su Mario Pisu dell'Internet Movie Database
- Raffinata gag di Mario Pisu con Luigi Silori, incipit della prima puntata del programma RAI Camera 22